Un film che ha diviso la critica alla Mostra di Venezia del 1989 e ha ricevuto ex aequo con un film portoghese il Leone d'Argento. Uno dei più fedeli discepoli di Sen No Rikyu, grande maestro del tè, vive ancora del ricordo di ciò che il suo istruttore gli ha insegnato. Viene invitato un giorno da Uraku, un altro discepolo, all'inaugurazione di una nuova sala da tè perché quest'ultimo vuole un aiuto nella ricostruzione dell'ultimo periodo di vita del maestro e conoscere le cause che lo portarono a fare harakiri. Molto tradizionale nello spirito del cinema giapponese, il film ha una sua bellezza pur rimanendo su toni freddi e intellettuali.